Il XII meeting annuale NBG del 5 dicembre 2024 si è concluso con successo. Per questo è doveroso ringraziare tutti i relatori, i moderatori, i tecnici e tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. L’aver assistito a una partecipazione così significativa di persone sia in presenza (165) che da remoto (26) è stato senza alcun dubbio un segnale forte dell’interesse per le tematiche relative al microbiota nelle neuroscienze e, in generale, alla salute dell’uomo.
Le riflessioni che si potrebbero fare dopo aver ascoltato i relatori sarebbero moltissime. Vale la pena sottolineare l’importanza di alcune delle tematiche affrontate attraverso poche parole chiave. La prima è sicuramente diversità. Si è ben inteso come la diversità di batteri, ma anche di altre specie come i virus (viroma), i funghi (micobioma) e i protozoi (parasitoma), sia il primo fattore chiave per l’eubiosi. Come è stato elegantemente spiegato dal Prof. Pasquale Striano, l’acquisizione di questa diversità ha inizio dal parto ed è determinata proprio dal tipo di parto. Il successivo arricchimento della diversità del microbiota intestinale avviene nei primi anni di vita dei bambini. Giocano un ruolo chiave non soltanto l’alimentazione, l’allattamento e l’ambiente, ma anche la vita affettiva con il contatto fisico e il comportamento dei genitori. Studi bellissimi dimostrano che abbracciare e baciare i propri figli, soprattutto nei primi anni di vita, non ha soltanto un valore affettivo, ma anche un significato macro- e microbiologico.
Il mantenimento di questo patrimonio acquisito e della sua diversità in età adulta è cruciale per prevenire l’insorgenza e lo sviluppo di molte patologie, tra cui le malattie neurodegenerative e autoimmuni, ma anche alcune forme di cancro. Questo è stato ben spiegato dalla Prof.ssa Maria Cecilia Giron in chiusura dell’evento. I Proff. Livio Luongo, Vincenzo Di Marzo, Lorenza Putignani, Cecilia Giron e Pasquale Striano hanno magistralmente illustrato come la compromissione della diversità e dell’equilibrio del microbiota intestinale sia un fattore comune a diverse condizioni patologiche, tra cui il dolore, le patologie neurometaboliche, l’epilessia, l’autismo e altre patologie neuroinfiammatorie come la sclerosi multipla.
Ma come si può tutelare questo grande patrimonio, che è di fatto un genoma acquisito? Ecco la seconda parola chiave: ecosistema. Anche nel corso del convegno si è parlato di dieta, dieta ricca di fibre, dieta antinfiammatoria, ecc. La dieta ha indubbiamente un ruolo centrale per il microbiota. I batteri simbiotici sono ghiotti di fibre e producono sostanze benefiche solo se queste sono presenti, ma sicuramente la sola dieta, per quanto fondamentale, non basta. Si è capito che c’è altro. Dall’inizio degli anni 2000, la Comunità Europea ha iniziato a elaborare la cosiddetta strategia One Health, un approccio integrato alla salute che riconosce l’interconnessione tra la salute umana, la salute degli animali e l’ambiente. L’idea principale alla base di One Health è che la salute di ciascuna di queste aree è strettamente legata e che le problematiche che riguardano una di esse possano influenzare le altre. Pertanto, affrontare le malattie e le minacce alla salute significa anche allargare la visione antropocentrica, che purtroppo ci penalizza.
Infine, endofarmacologia e terapia. Endofarmacologia è un termine non convenzionale, ma che spesso viene usato per riferirsi all’ampio numero di molecole prodotte dal microbiota intestinale che sono fondamentali per la salute del nostro organismo e che noi non siamo in grado di produrre endogenamente. A tale proposito, abbiamo avuto un’occasione unica di ascoltare il cambio di paradigma sul ruolo dei lipopolisaccaridi grazie alla Prof.ssa Flaviana Di Lorenzo. Abbiamo inoltre appreso come altre sostanze, come gli acidi grassi a catena corta, i metaboliti fenolici e altri ancora, siano assolutamente necessari per la salute dell’organismo. Di molte di queste sostanze sono note le proprietà chimiche, ma non sempre se ne conoscono le proprietà biologiche e farmacologiche.
A che punto siamo con le terapie? La Prof.ssa Putignani ha illustrato lo stato di avanzamento delle conoscenze e della sperimentazione clinica sul trapianto fecale in Italia, anche in età pediatrica. Inoltre, le attuali pratiche contro le infezioni da Clostridium difficile hanno rappresentato per tutti i presenti un momento di grande interesse su questa tematica.
Tutte le relazioni sono state davvero illuminanti e tenute in maniera magistrale. Non a caso, abbiamo voluto fortemente la presenza di ricercatori sia clinici che preclinici con l’intenzione di favorire il più possibile il trasferimento verso la clinica delle conoscenze acquisite in laboratorio e, non ultimo, con l’obiettivo di rafforzare l’interesse delle persone intorno a tematiche di medicina e prevenzione che riguardano l’intera popolazione.
Infine, un ringraziamento è rivolto ai circa 200 partecipanti per la loro partecipazione e per aver manifestato un forte interesse attraverso le numerose domande poste ai relatori fino alla chiusura del convegno!
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