Il workshop tenutosi il 21 maggio 2025 presso l’Aula Magna del CESTEV dell’Università Federico II di Napoli ha rappresentato un momento di confronto di alto livello scientifico sui legami tra neuroscienze, microbiota e approcci terapeutici innovativi in ambito neuropsichiatrico, con unaparticolare attenzione all’età evolutiva.
La giornata si è aperta con gli interventi istituzionali di figure rappresentative della Pediatria e della Neuropsichiatria Infantile della nostra regione, tra cui la dott.ssa Cecilia Cocchiaro (SINPIA), il Prof. Alfredo Guarino (SIP) e il dott. Salvatore Iasevoli (FIMP), che hanno sottolineato l’urgenza di integrare nuove conoscenze scientifiche nella pratica clinica pediatrica, soprattutto neiconfronti dei crescenti disturbi neuropsichiatrici nei bambini e negli adolescenti.
Nella prima sessione il Prof. Roberto Berni Canani ha presentato una relazione molto aggiornata dal titolo “Il Microbiota e le comunità microbiche umane: batterioma, viroma, micoma, parasitoma”. Il suo intervento ha offerto una panoramica dettagliata delle complesse interazioni trale diverse componenti microbiche che abitano il nostro corpo, dai batteri ai virus, dai funghi ai parassiti e il loro impatto sul funzionamento del cervello e del metabolismo. Ha sottolineato come il microbiota intestinale non sia solo un semplice ecosistema digestivo, bensì un vero e proprio organo endocrino, immunitario e neuroattivo, capace di influenzare direttamente lo sviluppo neurologico ei comportamenti, soprattutto nei primi anni di vita. Ha illustrato inoltre i meccanismi attraverso cui isegnali generati a livello intestinale come metaboliti, neurotrasmettitori e citochine arrivino al cervello, modulandone la funzione attraverso quello che viene definito l’asse cervello−microbiotaintestinale. Di particolare interesse è stata la riflessione sul concetto di disbiosi, ovvero l’alterazione dell’equilibrio del microbiota, che può contribuire all’insorgenza o all’aggravamento di disturbicome autismo, ADHD, disturbi d’ansia, del comportamento e sviluppo di obesità. Il professore h apoi discusso le prospettive terapeutiche emergenti basate sulla modulazione del microbiota – daiprobiotici alla dieta, fino al trapianto di microbiota fecale – che potrebbero aprire scenari innovativi per la prevenzione e il trattamento delle suddette patologie.
A seguire, la dott.ssa Antonella Riva, Dottore di Ricerca in Neurogenetica presso l’Ospedale Gaslini di Genova, ha approfondito ulteriormente il tema, evidenziando con esempi concreti e daticlinici come l’interazione tra microbiota e cervello possa influenzare direttamente lo sviluppo disintomi psichiatrici e neurologici, con particolare riferimento all’epilessia e all’autismo.
Nella seconda sessione, la dott.ssa Ilaria Di Vico attraverso una puntuale relazione ha acceso iriflettori sulle basi fisiopatologiche dei disordini funzionali del sistema nervoso centrale, mettendo in luce quanto sia ancora complesso diagnosticarli con precisione e quanto sia necessario lavoraresu biomarcatori affidabili. In questa direzione si è inserita anche la presentazione della Prof.ssa Mirta Fiorio, che ha evidenziato i meccanismi condivisi tra placebo, nocebo e disturbi funzionali, sottolineando il ruolo delle aspettative e della plasticità cerebrale nei processi di guarigione opeggioramento dei sintomi.
Il Prof. Andrea De Bartolomeis ha illustrato l’interazione tra dopamina e glutammato comemeccanismo centrale nella regolazione della salienza, ovvero la capacità del cervello di attribuireimportanza agli stimoli. Ha spiegato come uno squilibrio in questi sistemi possa contribuire a disturbi psichiatrici come schizofrenia, autismo e depressione resistente. Il suo intervento ha collegato neurochimica e processi mentali, proponendo modelli terapeutici innovativi. Ha inoltre evidenziato il ruolo della salienza nella costruzione della realtà soggettiva. L’approccio è stato multidisciplinare, con implicazioni cliniche e teoriche rilevanti.
Nell’ultima sessione del convegno il Prof. Ennio Del Giudice ha affrontato un tema innovativo: l’integrazione tra neuroscienze, salute mentale e pratiche corporee orientali. Ha sottolineato inumerosi studi scientifici −reperibili nelle banche dati accreditate come PubMed− che riguardano l’efficacia sul benessere psicofisico di antiche discipline quali il Tai Chi Chuan. Si è poi soffermato su uno studio recente pubblicato dalla rivista Scientific Reports del gruppo Nature relativo agli effetti benefici del Tai Chi Chuan sulle funzioni esecutive e sulla connettività funzionale tra aree cerebrali rilevanti per la pianificazione e il controllo del movimento. Ha infine illustrato l’efficacia del Tai Chi Chuan come pratica corpo-mente per la riduzione dello stress cronico e la regolazione del sistema nervoso autonomo. L’intervento del Prof. Del Giudice è stato seguito da una suggestiva dimostrazione pratica a cura del maestro Jia Jing Quan, ambasciatore della Repubblica popolarecinese per la diffusione internazionale della cultura del Tai Chi Chuan. Questi interventi hannoevidenziato l’importanza di approcci olistici e complementari nel trattamento dei disturbi psichici eneurodegenerativi.
La discussione finale, moderata dai professori Marco Carotenuto e Gaetano Terrone, ha ribadito come la direzione futura della neuropsichiatria debba necessariamente orientarsi verso una visione integrata, multidisciplinare e personalizzata, capace di combinare le recenti scoperte della ricerca sul microbiota con la comprensione sempre più fine dei meccanismi cerebrali e delle variabili ambientali, incluse quelle psicocorporee.
In sintesi, il convegno ha offerto uno sguardo scientificamente ricco e innovativo su una delle aree più promettenti della medicina contemporanea, con l’intervento iniziale del prof. Berni Canani a fare da perno centrale attorno al quale si è sviluppato un dialogo profondo e trasversale tra ricerca dibase, clinica e approcci complementari.
Il convegno è stato organizzato dal Prof. Ennio Del Giudice (Presidente NBG) e Fabio Arturo Iannotti (Primo Ricercatore CNR, ICB).